INTERVISTA ALLA SCRITTRICE ILARIA BALDINI.
BIOGRAFIA:  Ilaria Baldini, ha (quasi) 27 anni, vive a Prato e studia Lettere all'università di Firenze. Collabora con un ufficio stampa, scrivendo articoli di attualità. Ama i libri, la musica e gli animali. Legge quasi tutti i generi: romanzi rosa, classici, thriller, raccolte di poesia.

Perché hai cominciato a scrivere?
La passione per la scrittura è nata alle elementari. La maestra aveva chiesto a me e ai miei compagni di classe di leggere una storia incompleta e di scrivere un finale inventato da noi. Mi piacque così tanto che da allora non ho più smesso di scrivere.
C’è un’immagine nella tua memoria che ricollega al momento in cui hai deciso di voler diventare scrittrice?
Non c’è un momento in particolare in cui ho immaginato di poter intraprendere questa strada. Dopo tanti anni passati a buttare giù vari racconti, ho pensato:”Perché non provare a scrivere un romanzo e a pubblicarlo?”. Così ho fatto. Non è stato semplice all’inizio, perché ero abituata a scrivere storie brevi, ma alla fine ci sono riuscita.
Qual è il tuo pubblico ideale?
Le storie che scrivo parlano d’amore, quindi sono pensate soprattutto per chi ama il genere romantico. Tuttavia, oltre alla storia d’amore, inserisco sempre altre tematiche, come la violenza su donne e bambini in “Oltre l’orizzonte e “Una piccola speranza”, e un pizzico di mistero per incuriosire i lettori. Quindi i miei romanzi sono adatti sia per un pubblico giovane che per uno più adulto.
Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
La mia camera è il posto dove mi ritiro per scrivere, perché solo lì ho la possibilità di restare da sola a lungo. Però d’estate, nelle giornate più afose, mi sposto in sala pranzo, dove c’è l’aria condizionata..
Raccontaci l’emozione del tuo primo libro pubblicato.
Quando ho pubblicato il mio primo romanzo, “Oltre l’orizzonte”, ero davvero emozionata. Non mi sembrava vero. Fino a quel momento, i soli ad aver letto le storie che scrivevo erano i miei genitori, mia cugina, la mia insegnate di Lettere al liceo e pochissimi amici fidati. Il solo pensiero che altri potessero leggere il mio romanzo e conoscerne i personaggi è bastato a mandarmi su di giri. Nonostante ciò, sono sempre rimasta con i piedi ben piantati per terra. So bene di avere ancora molta strada da fare, posso migliorare.
Consigliaci un libro non tuo.
Un romanzo che mi sento di consigliare a tutti è “Quando all’alba saremo vicini” di Kristin Harmel. È scritto molto bene e l’autrice ha saputo come sempre entrare nell’animo dei personaggi, trasmettendo tutte le loro emozioni. Quell’alone di mistero che permane per tutta la storia invoglia il lettore a proseguire con la lettura. Inoltre, viene affrontato con accuratezza ed estrema sensibilità un tema molto importante, quale la musicoterapia per ragazzi sordi.
Hai progetti futuri?
Ho in progetto di riprendere in mano una storia scritta anni fa rendendola più matura dal punto di vista della scrittura. Vedremo…
Come nascono i titoli per i tuoi romanzi?

“Oltre l’orizzonte” è ripreso da un dialogo tra due personaggi, un discorso tra padre e figlio molto importante all’interno del romanzo. Per “Una piccola speranza” mi sono ispirata a “Grandi speranze”, il romanzo che i due protagonisti leggono insieme da ragazzi. “Biglietto di sola andata per l’amore”, invece, mi è stato suggerito da una mia ex compagna di studi all’università, Giulia
Presentaci le tue opere.
Come ho detto prima, i miei romanzi hanno tutti al centro una o più storie d’amore, ma in ognuno ho trattato anche altre tematiche importanti.
Quella di “Oltre l’orizzonte” può essere definita una storia di rinascita e perdono. Una sera, appena uscita dall’ospedale in cui lavora, Jemma viene violentata e rimane incinta. Per fortuna, ha al suo fianco un uomo generoso che la ama a tal punto da decidere di crescere il bambino insieme a lei come se fosse suo. Dopo la nascita del piccolo Danny, però, il padre naturale si presenta inaspettatamente da Jemma per chiederle perdono. La sera dell’aggressione era ubriaco fradicio e non si era reso conto delle proprie azioni fino al giorno seguente. Sostiene di aver messo la testa a posto, di essere diventato una persona migliore e di volersi prendere le proprie responsabilità di padre. Jemma non gli perdonerà mai veramente la sofferenza che le ha causato, ma decide comunque di dargli una possibilità per il bene del bambino, che sembra essersi affezionato subito a lui.
In “Una piccola speranza” ho affrontato un tema simile, ma stavolta si tratta di violenza domestica. A farne le spese è Brian, un bambino di cinque anni che è costretto a fuggire dalla sua famiglia e dalle violenze a cui è sottoposto. Viene adottato da due persone che gli donano l’amore che merita e, una volta diventato grande, si innamora della sua vicina di casa, la dolce libraia Emily. Quando Brian si convince di aver finalmente trovato la felicità, il suo passato torna a chiedergli il conto, trascinando in pericolo sia lui che Emily. Dovrà essere forte e cercare di proteggerla ad ogni costo.
“Biglietto di sola andata per l’amore” ha per protagonisti la dolce Amelia e l’affascinante Joshua. Lei è una pasticcera fiorentina e lui, bolognese ma di origini americane, sogna di lavorare nel mondo dell’editoria. Un giorno si incontrano in treno per caso ed è subito colpo di fulmine. Amelia rimane colpita dalla somiglianza di Joshua col suo attore preferito e rimane stupita quando, poco dopo essere scesa dal treno, le loro strade si incrociano di nuovo.I due ragazzi instaurano subito un bel rapporto, ma quando a Joshua viene offerto il lavoro dei suoi sogni a New York è costretto a fare una scelta molto difficile. In più, dal passato di Amelia riaffiora un mistero che sembra essere rimasto irrisolto e che sconvolgerà le loro vite.
Sei mai stata tentata a mollare tutto?
Non mi ha mai sfiorato l’idea, perché la scrittura è la mia vita. Anzi, mi piacerebbe che un giorno si trasformasse in un vero e proprio lavoro.
Hai un consiglio da dare a coloro che vorranno intraprendere questo percorso?

A tutti coloro che sognano di diventare scrittori consiglio di scrivere prima di tutto per se stessi e non esclusivamente per accontentare il pubblico. Ogni lettore ha gusti diversi, quindi sarebbe impossibile accontentare tutti. L’importante è non tradire se stessi, ma scrivere col cuore, sempre.
Infine: una frase che ti rappresenta.

“Sii sempre come il mare che, infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci” (Jim Morrison).

Ringrazio la scrittrice Ilaria Baldini per l'intervista.

A cura di Pina.

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