INTERVISTA ALLA SCRITTRICE ELLA MOORE.




Perché hai cominciato a scrivere?
Sono stata folgorata dalla trama di Vorrei dirti quella parola. Credimi è stata una vera e propria improvvisata notturna! Non ero nemmeno certa di saperlo fare e poi... l’ho semplicemente fatto! Ho scritto più di cinquecento pagine di romanzo del quale sono molto orgogliosa perché mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco, di sfidare me stessa e di andare oltre ogni mio limite.
C’è un’immagine nella tua memoria che ricollega al momento in cui hai deciso di voler diventare scrittrice?
Assolutamente sì. Un’immagine recente di un’esperienza che ha cambiato la mia prospettiva. È qualcosa di cui sono particolarmente gelosa, la realizzazione del sogno di una vita e che custodisco nel cuore. Posso dire solo che l’esperienza riguarda la mia insana passione per il rock e per la musica in generale.
Qual è il tuo pubblico ideale?
Domandona!!! Non ho un vero e proprio pubblico di riferimento... Devo dirti che in realtà non avendo concepito Vorrei dirti quella parola per pubblicarlo non ho mai riflettuto sul lettore ideale. Ho la fortuna di avere per ora il pubblico perfetto benché non sia catalogato o catalogabile
Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
No, scrivo ovunque! Sul divano mentre vedo la tv oppure al mare, sul cellulare, sulle mani se non ho altro! L’importante per me è scrivere e immortalare l’ispirazione. Se dovessi dirti un luogo in cui mi sento a mio agio sicuramente potrei dirti casa di mia suocera dove c’è pace e silenzio e sicuramente al mare non importa la stagione, il mattino o la notte o se affollato oppure no.
Raccontaci l’emozione del tuo primo libro pubblicato.
Ho pubblicato Vorrei dirti quella parola senza in realtà volerlo fare. Le mie amiche mi hanno convinta perché credono in me e nel progetto. E così ho acconsentito. Abbiamo scelto il 7 febbraio come data di pubblicazione perché volevo un riscatto personale in un giorno per me assediato da ricordi negativi e così l’emozione è contrastante, emozionante e commovente per me. È sicuramente un momento di euforia ma anche di profonda inquietudine... ho sempre visto la pubblicazione come il lancio nel vuoto di una creatura alla quale tengo molto e che non avrei voluto lasciare andare...
Consigliaci un libro non tuo.
Via col vento. Guerra, passione, frustrazione, dolore e ardore mischiati in personaggi descritti meravigliosamente... Lo adoro da sempre... Lo consiglio sapendo che molti sono scettici.
Hai progetti futuri?
Sono un’ingestibile discarica di idee! Sto lavorando al seguito di Vorrei dirti quella parola e poi ad un altro progetto: La maledizione di Dirac, per quanto riguarda la scrittura. Poi naturalmente ci sono le pseudopoesie che pubblico su Instagram, i mille progetti di scrittura creativa nei quali mi coinvolge il mio fraterno amico e scrittore Julius Thorn, la pittura, la fotografia... Ho più progetti che tempo ma cercherò di esaudirmi a più non posso!
Come nascono i titoli per i tuoi romanzi?
Vorrei dirti quella parola non ha avuto titolo per molto tempo... io e le ragazze che mi hanno sempre sostenuta lo abbiamo letto credo un centinaio di volte ma eravamo indecise. Volevamo un titolo che racchiudesse tutta la trama ma più cercavamo e meno riuscivamo a rendere l’idea. Sessioni infinite di brainstorming ci hanno convinte che in realtà questo romanzo era stato strutturato sul personaggio principale, Brian, e abbiamo deciso che la sua essenza era sintetizzata in quella sua frase: Vorrei dirti quella parola.
Presentaci la tua opera.
Se dicessi che il mio romanzo parla solo della storia d'amore tra un rocker bello e dannato e una dolce studentessa italocanadese sarei troppo breve e riduttiva. Penso che con il mio libro, oltre a raccontare una storia, io abbia voluto portare il lettore a riflettere su diverse tematiche. Ho voluto analizzare le problematiche odierne a instaurare dei rapporti interpersonali. Parlo di amicizia, di vendetta, di rancore, tradimento, degli effetti e le conseguenze di alcol e droga e del perché si arrivi a usarli. Ho voluto anche ritrarre le diverse facce che può avere l'amore, disperato e travolgente, romantico e rassicurante, e come persone con uno storico e un carattere diverso possano rapportarsi a esso. In Vorrei dirti quella parola c’è anche musica, rabbia, disperazione, erotismo ed esperienze intense.
Sei mai stata tentata a mollare tutto?

Mai. Questo romanzo è stato un grande impegno, ha richiesto sacrifici, ma è anche fonte inesauribile di gratificazione. L’ho amato perché è parte integrante di me. È la massima espressione del mio amore per i sentimenti, della mia passione per la musica, per la lettura e per la creatività. Hai un consiglio da dare a coloro che vorranno intraprendere questo percorso?

Non fermatevi! Rendete straordinaria la vostra vita, citando L’attimo fuggente. Credeteci fino in fondo, preparatevi alle critiche, al fare e al disfare e sono sicura che amerete anche questo!
Infine: una frase che ti rappresenta.

Francamente me ne infischio! E cito Rhett Butler in Via col vento stavolta. Perché io me ne infischio di tutto ma in realtà niente mi scivola addosso. Perché sono piena di contraddizioni. Perché non ho paura dei giudizi, non sono interessata al gossip e nemmeno alle chiacchiere. Me ne infischio e sono esattamente come voglio essere!

Ringrazio la scrittrice Ella Moore per l'intervista.

A cura di Pina.

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