INTERVISTA ALLA SCRITTRICE ARIANNA CALANDRA
BIOGRAFIA:
Arianna Calandra nasce a Roma nel 1989. Si laurea in
Archeologia all’Università di Roma La Sapienza e successivamente consegue il
diploma in Restauro Artistico.
In La Forma della Luce,
il suo romanzo d’esordio, coniuga la passione per il fantasy con le grandi
“domande della vita” che ognuno di noi si è posto, almeno una volta, per lei
sorte in seguito ai numerosi percorsi spirituali e religiosi intrapresi nel
corso degli anni.
Perché hai cominciato a scrivere?
È nato per gioco quando ero ancora bambina.
Mi divertivo a inventare storie e creare piccoli racconti illustrati. Con il
tempo è diventata più di una passione: una valvola di sfogo, una fuga dalla realtà
quando si faceva opprimente, un modo per fare ordine nella testa e per lasciar
correre le idee.
C’è un’immagine nella tua memoria che
ricollega al momento in cui hai deciso di voler diventare scrittrice?
Sì, mi vengono in mente i primi giochi di ruolo
fantasy, come Dungeons & Dragons e Warhammer. Ho iniziato piccolissima con
mio fratello, non avevo la minima idea di cosa stessi facendo ma
mi piaceva da matti. Ho ripreso a giocare al liceo e da lì è nata la
voglia di mettere su carta quelle storie incredibili, anche se poi mi sono
discostata dal genere.
Qual è il tuo pubblico ideale?
Chiunque abbia voglia di evadere. Può
sembrare riduttivo, ma è esattamente così. Le storie di vita reale e il peso
opprimente di certe situazioni estreme, sono sicuramente interessanti, ma in
generale preferisco rivolgermi a chi vuole volare lontano, a chi sogna, a chi immagina
o spera che le cose possano prendere una diversa piega. Non ci sono limiti di
età in quello che scrivo, solo di fantasia.
Hai un luogo/stanza dove preferisci
scrivere?
Sì, il posto che più mi ispira è la casa di
mio nonno, sulle montagne Umbre, sperduta tra i boschi assieme a poche altre.
Un posto magico dove il tempo scorre diversamente, più lento e intenso.
Raccontaci l’emozione del tuo primo
libro pubblicato.
Non è semplice. Credevo non si potesse
battere l'eccitazione di vederlo stampato per la prima volta, ma mi sbagliavo. Pochi
giorni fa al Romics è stato ufficialmente lanciato il libro e mi sono trovata a
provare emozioni che mai avrei immaginato. Vedere lettori e lettrici puntare il
romanzo, sfogliarlo e interessarsi ai temi che tratta, mi ha fatta sentire
parte di qualcosa, che stranamente avevo creato io. Una condivisione che va al di là della pagina scritta.
Consigliaci un libro non tuo.
Ve ne consiglio più di uno! 2045 Lettere
da un Passato Futuro di Marko d’Abbruzzi, è stato uno dei miei primi affacci
sulla fantascienza e ne sono rimasta rapita. Consiglio anche le Memorie di Sangue
di Eva d’Amico, che mi ha fatta sognare e immedesimare con la protagonista come
pochi altri. Inoltre ho da poco scoperto (mea culpa) Banana Yoshimoto. Per molto
tempo mi sono fossilizzata su pochi generi, ma ampliando i miei orizzonti ho
scoperto ricchezze che non conoscevo. Lei è una di queste. Con poche, semplici
parole riesce a descrivere pensieri così intimi e familiari che ti chiedi se
non li abbia scritti per te.
Hai progetti futuri?
Molti! Il 3 maggio alle ore 17:00, ci sarà
la presentazione ufficiale della Forma della Luce, presso la Mondadori di via
Tuscolana, dove chi vuole è il benvenuto! Poi mi aspetta il Salone del Libro di
Torino e molte altre fiere ed eventi. Nel frattempo sto ultimando il secondo e
ultimo volume della Forma della Luce, in uscita a fine 2019.
Come nascono i titoli per i tuoi
romanzi?
Il titolo è stata forse la parte più
ostica. Per fortuna sono stata ispirata dalla storia stessa, che mi ha dato lo
spunto per un nome azzeccato e calzante con il racconto.
Presentami la tua opera.
La Forma della Luce è un Urban Fantasy/Di
Formazione, ambientato nel nostro presente, con tutte le sue problematiche. In
questo mondo (come nel nostro) la spiritualità è presente ma nascosta ai più.
Non a caso dentro ogni persona dimora una duplice componente spirituale: Luce e
Ombra. La prima determina tutto ciò che c'è di buono nel mondo; la seconda
tutto ciò che distrugge le dinamiche umane e la nostra Terra. Inutile dire che
l'Ombra sta prendendo il sopravvento sulla Luce, che è sempre più debole con il
rischio di una sua totale scomparsa. Accade però che in una generazione nascono
otto Luci intatte (da qui il sottotitolo “Il risveglio degli otto”) e quattro
di queste sono i protagonisti: 2 ragazze (una di Roma e una del Laos) e due
ragazzi (un indiano d'America e un ebreo di Gerusalemme). Saranno chiamati a
tentare d'invertire questo tracollo e riportare la Luce sulla terra, attraverso
un cammino spirituale carico di scontri e ostacoli, dove saranno aiutati dalle
loro guide terrene e spirituali. Non mancheranno intrecci e dinamiche tra i
personaggi.
Sei mai stata tentata di mollare tutto?
Onestamente no. Il motivo sta nel fatto
che è nata come una passione e solo dopo è diventato qualcosa di concreto,
grazie alla pubblicazione. Ora che ci sono dentro non ho alcuna intenzione di
mollare!
Hai un consiglio da dare a coloro che
vorranno intraprendere questo percorso?
Consiglio di buttarsi, sbagliare e riprovarci;
di formarsi quanto più possibile leggendo di TUTTO e cercando di carpire,
assorbire e perché no, prendere spunto. Non tirarsi indietro per la vergogna e
credere nel proprio progetto mantenendo sempre l’umiltà.
Una frase che ti rappresenta.
“La
vita è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina” adoro questa
frase di Sant’Agostino, perché coniuga due grandi passioni: quella dei libri e
quella dei viaggi, lasciando intendere che lo scorrere di una vita può
diventare come le avventure riportate nei libri. Ma il viaggio può essere inteso anche come fuga dagli schemi, pensiero
alternativo che elabora e crea storie fuori dall’ordinario.
Che bella immagine di te esce da questa intervista! Complimenti!!
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